Dalla statua di Walter Scott alla casa dove Conan Doyle inventava il suo Holmes, tutto è una citazione letteraria. E poi le visioni cinematografiche, da Trainspotting in poi.
L´impressionante statua gotica in Princes Street è quella di Walter Scott (ritratto con il suo cane), uno più grandi esponenti del romanticismo britannico. Arthur Conan Doyle abitava qui, quando cominciò a scrivere delle prime indagini di Sherlock Holmes. Era nato in Picardy Place, giusto ad un passo dal Leith Walk, lo scenario di Trainspotting, il film-cult tratto da un libro di Irvine Welsh. Che è inguaribilmente di Edimburgo. Come Joanne Kathling Rowling: seduta ad un tavolino di una civettuola sala da tè - The Elephant House, in George IV Bridge - ha creato i finali dei romanzi di Harry Potter. Il professor Alexander McCall-Smith ci ha studiato, s´è sposato ed insegna all´Università. Ma soprattutto ha scritto qui i suoi memorabili gialli con protagonista una detective del Botswana, Precious Ramotswe. E sul principale quotidiano locale, lo Scotsman, ha pubblicato una serie di avventure giornaliere ambientate in città. L´ambiente di Edimburgo, appunto: quel panorama «magnifico» - come dice Jean al suo compagno, l´ispettore John Rebus, dopo aver parcheggiato la Saab sul North Bridge - sui tetti appuntiti e le mura del castello, sulle vecchie pietre della città medievale, e più sotto sulle larghe strade neoclassiche e i parchi della New Town.
Un microcosmo dalla dicotomia visibile e strutturale che è stato dichiarato Patrimonio dell´Umanità. In alto la città vecchia con il suo castello e le stradine anarchiche, un tempo regolarmente devastate dalle epidemie e dagli incendi - gli irlandesi Burke e Hare rubavano cadaveri per il dottor Knox, nel 2010 John Landis ne ha fatto una strepitosa commedia nera - il villaggio celtico dei signori e degli zotici, dei ladri e delle prostitute: l´Edimburgo recuperata trent´anni fa e oggi bella più che mai, risalendo il Royal Mile, tra tanti musei (tutti gratuiti, tranne la visita al castello), negozi e la cattedrale di St. Giles. Più in basso quella nuova dell´illuminismo borghese, la città dell´Ottocento elegante e pianificata, razionale, con i giardini di Princes Street e il Floral Clock, l´orologio floreale. Collegate da The Mound, la strada con la neoclassica National Gallery: New e Old Town, ovvero Jeckyll e Hyde, il capolavoro di Robert Louis Stevenson. Che ha raccontato la sua città e la vera storia di William "Deacon" Brodie, il Diacono che di giorno nella Città Nuova era un rispettabile uomo d´affari e politico, mentre la notte si trasformava in criminale e frequentatore di prostitute nella Città Vecchia.
Edimburgo va letta. Camminando. Come un libro: con calma, riga per riga, e poi all´improvviso divorando una pagina dietro l´altra. Scendendo dal Royal Mile fino al palazzo reale di Holyrood, la residenza della Regina d´Inghilterra, dove lord Damley assassinò David Rizzio, presunto amante di sua moglie, Maria Stuarda. Passando per il nuovo edificio che ospita il Parlamento scozzese, un complesso spaziale firmato dallo spagnolo Enrique Miralles nel 2004, tra profili di barche rovesciate e foglie stilizzate. Risalendo fino a Calton Hill, da dove si gode una vista straordinaria: nei parchi a nord della città i binari della vecchia ferrovia sono stati sostituiti da piste ciclabili, più sotto c´è il college di Fettes dove ha studiato Tony Blair e Ian Fleming racconta che James Bond sia stato espulso. Ufficialmente gli abitanti sono 450.000 circa, ma in estate diventano più del doppio. È tutto un fiorire di festival culturali, in particolare l´Edinburgh International Book Festival che per 17 giorni in agosto raduna quasi un migliaio di autori e duecentomila visitatori. «Perché - dice Frances Sutton, portavoce della City of Literature - questa è una città d´ispirazione. Con le storie scritte sulle pietre. Come pagine di un romanzo».
Un microcosmo dalla dicotomia visibile e strutturale che è stato dichiarato Patrimonio dell´Umanità. In alto la città vecchia con il suo castello e le stradine anarchiche, un tempo regolarmente devastate dalle epidemie e dagli incendi - gli irlandesi Burke e Hare rubavano cadaveri per il dottor Knox, nel 2010 John Landis ne ha fatto una strepitosa commedia nera - il villaggio celtico dei signori e degli zotici, dei ladri e delle prostitute: l´Edimburgo recuperata trent´anni fa e oggi bella più che mai, risalendo il Royal Mile, tra tanti musei (tutti gratuiti, tranne la visita al castello), negozi e la cattedrale di St. Giles. Più in basso quella nuova dell´illuminismo borghese, la città dell´Ottocento elegante e pianificata, razionale, con i giardini di Princes Street e il Floral Clock, l´orologio floreale. Collegate da The Mound, la strada con la neoclassica National Gallery: New e Old Town, ovvero Jeckyll e Hyde, il capolavoro di Robert Louis Stevenson. Che ha raccontato la sua città e la vera storia di William "Deacon" Brodie, il Diacono che di giorno nella Città Nuova era un rispettabile uomo d´affari e politico, mentre la notte si trasformava in criminale e frequentatore di prostitute nella Città Vecchia.
Edimburgo va letta. Camminando. Come un libro: con calma, riga per riga, e poi all´improvviso divorando una pagina dietro l´altra. Scendendo dal Royal Mile fino al palazzo reale di Holyrood, la residenza della Regina d´Inghilterra, dove lord Damley assassinò David Rizzio, presunto amante di sua moglie, Maria Stuarda. Passando per il nuovo edificio che ospita il Parlamento scozzese, un complesso spaziale firmato dallo spagnolo Enrique Miralles nel 2004, tra profili di barche rovesciate e foglie stilizzate. Risalendo fino a Calton Hill, da dove si gode una vista straordinaria: nei parchi a nord della città i binari della vecchia ferrovia sono stati sostituiti da piste ciclabili, più sotto c´è il college di Fettes dove ha studiato Tony Blair e Ian Fleming racconta che James Bond sia stato espulso. Ufficialmente gli abitanti sono 450.000 circa, ma in estate diventano più del doppio. È tutto un fiorire di festival culturali, in particolare l´Edinburgh International Book Festival che per 17 giorni in agosto raduna quasi un migliaio di autori e duecentomila visitatori. «Perché - dice Frances Sutton, portavoce della City of Literature - questa è una città d´ispirazione. Con le storie scritte sulle pietre. Come pagine di un romanzo».
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fonte: repubblica viaggi
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