Turist Service Planet raddoppia l'appuntamento con le news, dopo avervi presentato la splendida vacanza mare, natura e archeologia in Messico, adesso ci spostiamo nel vecchio continente e facciamo tappa ad Oporto!
Il viaggio alla scoperta del vino liquoroso Porto comincia tra le strade della Ribeira, il quartiere più popolare e affascinante di Porto, la seconda città del Portogallo, che dà le spalle alla cattedrale Sé e guarda il Douro, il fiume sulle cui rive sono attraccati i barcos rabelos, le barche che un tempo, cariche delle botti del celebre vino, scivolavano fino all’Atlantico. Qui, tra il fiume e l’oceano, sorge un’area vinicola che l’Unesco ha proclamato Patrimonio dell’Umanità, perché produce artigianalmente il vino liquoroso più famoso del mondo.
Tutt’intorno strade strettissime come carruggi si arrampicano sulla collina e alte case con balconi in ferro battuto e rivestimenti in azulejos, maioliche colorate, mostrano facciate dipinte con l’intera gamma cromatica dei gialli, dei rossi e dei blu. Oltre i tetti spunta un’alta torre barocca in pietra: Torre dos Clerigos, che dal Settecento è il punto di riferimento per le navi che risalgono il fiume. Verso l’ansa del Douro si intravede la chiesa di São Francisco, le cui linee gotiche contrastano con la sontuosità dell’interno, dove l’altare maggiore, le colonne e il soffitto sono decorati in oro zecchino. Guardando verso la cattedrale s’innalza la possente intelaiatura metallica del ponte a due piani Dom Luís I: lo chiamano il ponte di Eiffel, ma è stato progettato da Théophile Seyring, un suo allievo portoghese, tra il 1881 e il 1885. E’ una struttura esile che vibra al passaggio delle automobili e per le folate di vento che soffiano dall’oceano Atlantico fino al fiume.
A pochi minuti a piedi si raggiunge Cais da Ribeira, il tratto del lungofiume più animato della città per la presenza di locali, ristorantini, taverne e bancarelle. E’ un luogo popolare e molto alla moda, ricco di vita e di luoghi dove mangiare baccalà fritto e frutti di mare al cartoccio. Il profumo del piatto nazionale, il bacalhau, sale dai vicoli e aumenta a mano a mano che ci si inoltra fino alla spianata della cattedrale Sé, chiesa-fortezza maestosa e austera, che con le sue squadrate torri medievali e i muri di calce bianca incorniciata dal granito grigio venne eretta nel XII secolo e più volte rifatta. Sta in alto, nel punto scelto dai romani per il loro insediamento. Poco più in basso si apre il mercato coperto, circondato da un dedalo di stradine i cui muri si toccano per i panni stesi ad asciugare. Oltre la cattedrale si arriva alla stazione ferroviaria di São Bento, uno degli edifici più grandiosi della città con le pareti ricoperte di azulejos.
Ridiscendendo per rua da Bainharia e rua da Pena Ventosa, strade acciottolate strette e buie, si ha l’impressione di scivolare in un imbuto fino al fiume dove, sull’altra riva, si staglia Vila Nova de Gaia che fronteggia il quartiere di Ribeira. Qui hanno sede le più grandi e prestigiose aziende di produzione e di imbottigliamento del vino di Porto, che oggi aprono le proprie cantine storiche ai numerosi visitatori.
Il mitico vino Porto deve il suo successo a un embargo che coinvolse Francia e Inghilterra alla fine del XVII secolo. All’epoca i commercianti inglesi, che non potevano importare i vini francesi, cominciarono a cercare altrove alternative, finché due mercanti londinesi, risalendo il fiume Douro, arrivarono alla bellissima chiesa barocca di Nossa Senhora dos Remédios di Lamego. Qui scoprirono che, aggiungendo acquavite al vino rosso dei frati, potevano preservarne la qualità durante le lunghe traversate per mare.
Il successo del vino in Inghilterra fu immediato: nel 1799 furono spedite più di 3 milioni di casse e molti commercianti inglesi decisero di trasferirsi nella città di Porto e lungo le rive del Douro per produrre il vino personalmente. Molti dei marchi che ancora oggi producono il Porto, infatti, recano nomi inglesi. Eppure, nonostante il successo clamoroso, nel 1756 il primo ministro portoghese Marqués de Pombal prese una decisione rivoluzionaria per quei tempi e decise di delimitare la regione che produceva il fortunato vino con grandi massi di granito e introdusse leggi per regolarne la produzione, il trasporto e il prezzo. Così nacque la prima regione - 2.500 chilometri quadrati - a denominazione di origine controllata, con due secoli d’anticipo rispetto ai francesi.
Oggi per rivivere l’atmosfera e la storia del vino Porto è necessario visitare le quintas, aziende vinicole dislocate lungo il fiume che offrono cantine belle come musei, alloggi romantici e ricchi d’atmosfera e ristoranti dove degustare i propri prodotti insieme a prelibatezze gastronomiche. I più prestigiosi marchi certificati offrono visite guidate alle cantine: Sandeman (www.sandeman.eu) è lo storico marchio, diffuso in tutto il mondo, che merita di essere visitato per la bellezza della cantina e del museo del vino; Taylor’s (www.taylor.pt) offre degustazioni – molte gratuite – delle migliori annate di Porto; Ramos Pinto (www.ramospinto.pt) propone assaggi e visite alle cantine dove riposano le bottiglie più pregiate e antiche.
Le quintas più belle da vedere, e che si possono scoprire anche navigando lungo il Douro, sono Casal de Loivos (www.casadecasaldeloivos.com) con vigneti immensi, Quinta do Crasto (www.quintadocrasto.pt) con interni di design e una piscina sulle vigne e Quinta do Noval (www.quintadonoval.com), che possiede 2 ettari autoctoni – altrove la vite è stata sostituita con quella americana, più grezza ma resistente -, in cui si producono 3mila litri all’anno del prestigioso Vintage Nacional Quinta do Noval (l’annata 1931 è stata inserita dalla rivista Wine Spectator tra i 12 vini più buoni del secolo scorso e il suo prezzo all’asta è stato quotato intorno ai 6mila euro).
Questo itinerario è un viaggio romantico che permette di attraversare i vigneti dell’Alto Douro e un modo piacevole di conoscere e apprezzare le squisitezze enogastronomiche di questa affascinante regione portoghese.
Il viaggio alla scoperta del vino liquoroso Porto comincia tra le strade della Ribeira, il quartiere più popolare e affascinante di Porto, la seconda città del Portogallo, che dà le spalle alla cattedrale Sé e guarda il Douro, il fiume sulle cui rive sono attraccati i barcos rabelos, le barche che un tempo, cariche delle botti del celebre vino, scivolavano fino all’Atlantico. Qui, tra il fiume e l’oceano, sorge un’area vinicola che l’Unesco ha proclamato Patrimonio dell’Umanità, perché produce artigianalmente il vino liquoroso più famoso del mondo.
Tutt’intorno strade strettissime come carruggi si arrampicano sulla collina e alte case con balconi in ferro battuto e rivestimenti in azulejos, maioliche colorate, mostrano facciate dipinte con l’intera gamma cromatica dei gialli, dei rossi e dei blu. Oltre i tetti spunta un’alta torre barocca in pietra: Torre dos Clerigos, che dal Settecento è il punto di riferimento per le navi che risalgono il fiume. Verso l’ansa del Douro si intravede la chiesa di São Francisco, le cui linee gotiche contrastano con la sontuosità dell’interno, dove l’altare maggiore, le colonne e il soffitto sono decorati in oro zecchino. Guardando verso la cattedrale s’innalza la possente intelaiatura metallica del ponte a due piani Dom Luís I: lo chiamano il ponte di Eiffel, ma è stato progettato da Théophile Seyring, un suo allievo portoghese, tra il 1881 e il 1885. E’ una struttura esile che vibra al passaggio delle automobili e per le folate di vento che soffiano dall’oceano Atlantico fino al fiume.
A pochi minuti a piedi si raggiunge Cais da Ribeira, il tratto del lungofiume più animato della città per la presenza di locali, ristorantini, taverne e bancarelle. E’ un luogo popolare e molto alla moda, ricco di vita e di luoghi dove mangiare baccalà fritto e frutti di mare al cartoccio. Il profumo del piatto nazionale, il bacalhau, sale dai vicoli e aumenta a mano a mano che ci si inoltra fino alla spianata della cattedrale Sé, chiesa-fortezza maestosa e austera, che con le sue squadrate torri medievali e i muri di calce bianca incorniciata dal granito grigio venne eretta nel XII secolo e più volte rifatta. Sta in alto, nel punto scelto dai romani per il loro insediamento. Poco più in basso si apre il mercato coperto, circondato da un dedalo di stradine i cui muri si toccano per i panni stesi ad asciugare. Oltre la cattedrale si arriva alla stazione ferroviaria di São Bento, uno degli edifici più grandiosi della città con le pareti ricoperte di azulejos.
Ridiscendendo per rua da Bainharia e rua da Pena Ventosa, strade acciottolate strette e buie, si ha l’impressione di scivolare in un imbuto fino al fiume dove, sull’altra riva, si staglia Vila Nova de Gaia che fronteggia il quartiere di Ribeira. Qui hanno sede le più grandi e prestigiose aziende di produzione e di imbottigliamento del vino di Porto, che oggi aprono le proprie cantine storiche ai numerosi visitatori.
Il mitico vino Porto deve il suo successo a un embargo che coinvolse Francia e Inghilterra alla fine del XVII secolo. All’epoca i commercianti inglesi, che non potevano importare i vini francesi, cominciarono a cercare altrove alternative, finché due mercanti londinesi, risalendo il fiume Douro, arrivarono alla bellissima chiesa barocca di Nossa Senhora dos Remédios di Lamego. Qui scoprirono che, aggiungendo acquavite al vino rosso dei frati, potevano preservarne la qualità durante le lunghe traversate per mare.
Il successo del vino in Inghilterra fu immediato: nel 1799 furono spedite più di 3 milioni di casse e molti commercianti inglesi decisero di trasferirsi nella città di Porto e lungo le rive del Douro per produrre il vino personalmente. Molti dei marchi che ancora oggi producono il Porto, infatti, recano nomi inglesi. Eppure, nonostante il successo clamoroso, nel 1756 il primo ministro portoghese Marqués de Pombal prese una decisione rivoluzionaria per quei tempi e decise di delimitare la regione che produceva il fortunato vino con grandi massi di granito e introdusse leggi per regolarne la produzione, il trasporto e il prezzo. Così nacque la prima regione - 2.500 chilometri quadrati - a denominazione di origine controllata, con due secoli d’anticipo rispetto ai francesi.
Oggi per rivivere l’atmosfera e la storia del vino Porto è necessario visitare le quintas, aziende vinicole dislocate lungo il fiume che offrono cantine belle come musei, alloggi romantici e ricchi d’atmosfera e ristoranti dove degustare i propri prodotti insieme a prelibatezze gastronomiche. I più prestigiosi marchi certificati offrono visite guidate alle cantine: Sandeman (www.sandeman.eu) è lo storico marchio, diffuso in tutto il mondo, che merita di essere visitato per la bellezza della cantina e del museo del vino; Taylor’s (www.taylor.pt) offre degustazioni – molte gratuite – delle migliori annate di Porto; Ramos Pinto (www.ramospinto.pt) propone assaggi e visite alle cantine dove riposano le bottiglie più pregiate e antiche.
Le quintas più belle da vedere, e che si possono scoprire anche navigando lungo il Douro, sono Casal de Loivos (www.casadecasaldeloivos.com) con vigneti immensi, Quinta do Crasto (www.quintadocrasto.pt) con interni di design e una piscina sulle vigne e Quinta do Noval (www.quintadonoval.com), che possiede 2 ettari autoctoni – altrove la vite è stata sostituita con quella americana, più grezza ma resistente -, in cui si producono 3mila litri all’anno del prestigioso Vintage Nacional Quinta do Noval (l’annata 1931 è stata inserita dalla rivista Wine Spectator tra i 12 vini più buoni del secolo scorso e il suo prezzo all’asta è stato quotato intorno ai 6mila euro).
Questo itinerario è un viaggio romantico che permette di attraversare i vigneti dell’Alto Douro e un modo piacevole di conoscere e apprezzare le squisitezze enogastronomiche di questa affascinante regione portoghese.
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fonte: ansa viaggi
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