Gli splendidi palazzi, in pietra locale, a incorniciare un centro storico luminoso e signorile. Da gustare anche in bici. E intorno, comuni ricchi di tradizione e di offerta vinicola.
Un centro storico piccolo e luminoso, interamente realizzato in pietra color crema, talmente vellutata da sembrare gesso: il cuore di Lecce è diverso da quello di tutte le altre città della Puglia. Non che la provincia salentina sia più bella, ma è sicuramente molto diversa dalle sue vicine. Barocca, piena di studenti e di negozi di antiquariato, impreziosita da perle come la Basilica di Santa Croce e la chiesa di San Matteo, con la parte inferiore convessa e quella superiore cava. Qui tutti vanno in bicicletta (non proprio un tratto caratteristico del sud Italia), la città è pulita, piena di chiese, e dappertutto regna sovrana la pietra leccese, una roccia calcarea tipica di queste parti nota soprattutto per la sua facilità di lavorazione. Di questa sono fatti i fregi, i capitelli, i pinnacoli e i rosoni che decorano molti degli edifici e delle chiese della città, come il palazzo dei Celestini, la Chiesa di Santa Croce, quella di Santa Chiara e il Duomo.
Camminando per le stradine del centro vale la pena raggiungere piazza Sant'Oronzo, il punto di ritrovo dei giovani universitari, per concedersi un break al Caffè Alvino. Magari assaggiando un "pasticciotto", dolce tipico salentino fatto di pasta frolla farcita di crema pasticciera e cotto al forno: qui è possibile trovarne anche la variante ricoperta al cioccolato e farcita di pasta di mandorle e marmellata, una delizia per il palato e un colpo mortale per la silhouette. I dolci, che in Salento sono squisiti, sono solo la punta dell'iceberg di una cucina veramente ottima, povera e proprio per questo preziosa, perché basata su ingredienti semplici come il formaggio, le verdure, la carne. Ma ricca perché limata da secoli di cultura del cibo.
Per fortuna a Lecce smaltire i chili di troppo assunti a tavola non è un problema e, senza arrivare ad inforcare la bici, è possibile godersi la città facendo lunghe passeggiate, approfittando del fatto che il centro storico è chiuso al traffico. Da non perdere il Castello, voluto, secondo la tradizione, da Carlo V per scongiurare le invasioni turche (la più funesta fu, per la Terra d'Otranto, quella che nel 1480 causò appunto il sacco di Otranto).
Camminando per le stradine del centro vale la pena raggiungere piazza Sant'Oronzo, il punto di ritrovo dei giovani universitari, per concedersi un break al Caffè Alvino. Magari assaggiando un "pasticciotto", dolce tipico salentino fatto di pasta frolla farcita di crema pasticciera e cotto al forno: qui è possibile trovarne anche la variante ricoperta al cioccolato e farcita di pasta di mandorle e marmellata, una delizia per il palato e un colpo mortale per la silhouette. I dolci, che in Salento sono squisiti, sono solo la punta dell'iceberg di una cucina veramente ottima, povera e proprio per questo preziosa, perché basata su ingredienti semplici come il formaggio, le verdure, la carne. Ma ricca perché limata da secoli di cultura del cibo.
Per fortuna a Lecce smaltire i chili di troppo assunti a tavola non è un problema e, senza arrivare ad inforcare la bici, è possibile godersi la città facendo lunghe passeggiate, approfittando del fatto che il centro storico è chiuso al traffico. Da non perdere il Castello, voluto, secondo la tradizione, da Carlo V per scongiurare le invasioni turche (la più funesta fu, per la Terra d'Otranto, quella che nel 1480 causò appunto il sacco di Otranto).
E dopo aver goduto a pieno delle bellezze artistiche e architettoniche della città, perché non completare il weekend con una gita nei dintorni? Fra le tante località che meritano una visita c'è Novoli, un paesino che ogni anno ospita la notte della Fòcara. Gli appassionati di eventi spettacolari si segnino questa data sul calendario, perché ogni anno, a metà gennaio, il comune organizza un falò di 25 metri metri di altezza e 20 di diametro per celebrare il patrono locale, Sant'Antonio Abate. L'occasione è ghiotta non solo per assistere a uno spettacolo pirotecnico straordinario, frutto della collaborazione di tutti i Comuni della provincia (per allestire la Fòcara i cittadini si muovono da tutte le località del Salento, portando ciascuno un ceppo di vite) ma anche per degustare qualche ottimo vino, settore enogastronomico in cui da queste parti sono maestri. Il Consorzio di Tutela dei vini DOC Salice Salentino, che copre 1200 ettari coltivati a vigneto, rappresenta infatti da solo il 24% della produzione DOC pugliese.
Ci si immerge così, tra una degustazione nelle cantine locali e una passeggiata in Paese, in un altro scampolo di Puglia, in quel Salento autentico che negli ultimi dieci anni ha meritatamente conquistato il cuore di tanti turisti, che qui arrivano la prima volta e poi continuano a tornare quasi ogni estate. Lecce e dintorni sono insomma la meta ideale per una weekend di relax, tra cultura, enogastronomia e temperature precocemente primaverili. Per tornare a casa con l'idea di una Puglia piena di risorse e di bellezze di cui innamorarsi.
Ci si immerge così, tra una degustazione nelle cantine locali e una passeggiata in Paese, in un altro scampolo di Puglia, in quel Salento autentico che negli ultimi dieci anni ha meritatamente conquistato il cuore di tanti turisti, che qui arrivano la prima volta e poi continuano a tornare quasi ogni estate. Lecce e dintorni sono insomma la meta ideale per una weekend di relax, tra cultura, enogastronomia e temperature precocemente primaverili. Per tornare a casa con l'idea di una Puglia piena di risorse e di bellezze di cui innamorarsi.
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fonte: repubblica viaggi
fonte: repubblica viaggi
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