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Le bellezze delle Cinque Terre

mercoledì 8 giugno 2011
In treno, in auto o a piedi: alla scoperta di borghi d’arte, spiagge da sogno e di una natura incontaminata.
Cinque terre, cinque borghi nascosti in una natura romantica e struggente, ricchi di testimonianze ed eventi artistici. Cinque zone amate da poeti, filosofi, scrittori e viaggiatori, tutti incantati dalla bellezza di questo tratto di Liguria, a est di Genova, da Levanto a Portovenere, bagnato da un mare premiato anche quest’anno dalla Fee, Fondazione per l’educazione ambientale, con le bandiere blu, simbolo di qualità e rispetto dell’ambiente (il primato lo detiene proprio la Liguria). Vernazza, Monterosso, Corniglia, Manarola e Riomaggiore sono piccoli gioielli arroccati tra la montagna e il mare che regalano, a chi li scopre, continue sorprese ed emozioni.

Per la bellezza dei loro paesaggi, per i vigneti impervi a picco sul mare, per i santuari e le case che si aggrappano alla montagna sono stati inseriti dall’Unesco nel Patrimonio mondiale dell’Umanità. Tre sono i modi per conoscere questo tratto di litorale, che appartiene al parco nazionale delle Cinque Terre (www.parconazionale5terre.it): a piedi facendo trekking su sentieri, spesso impervi ma ben segnalati, o seguendo comodi percorsi come la via dell’Amore, facile per chiunque; in treno – c’è una piccola stazione in ogni borgo -, e in automobile, viaggiando su strade tortuose e panoramiche che a ogni curva regalano scorci da fotografare.

Il primo borgo, viaggiando da Genova, è Monterosso, facile da raggiungere con qualsiasi mezzo, amato dai turisti per la sua spiaggia, la più estesa di tutto il litorale. Il borgo è diviso in due da un promontorio: da una parte si concentra il borgo vecchio e dall’altra, vicino alla stazione ferroviaria, prende forma la zona turistica di Fegina, dove il poeta ligure Eugenio Montale trovò ispirazione per il suo capolavoro Ossi di seppia. Dal promontorio di san Cristoforo parte una ripida salita che conduce al convento dei Cappuccini, dove è custodita una tela attribuita a Van Dyck; da qui un ottimo panorama, magari all’ora del tramonto, ripaga dello sforzo fatto per la salita.

Ritornando sul lungomare e proseguendo verso est ci si inoltra nei vicoli del centro, punteggiato da negozietti d’artigianato. Un favoloso sentiero, sospeso sul mare, lo collega a Vernazza: dal lungomare di Monterosso si sale per faticose scalinate, si passa sopra a una serie di scarpate tra vigneti terrazzati che precipitano verso il mare e si arriva nel borgo medievale, che si raggiunge anche dagli altri borghi, in particolare da Manarola in venti minuti e da Corniglia in un’ora e mezza di sentiero. Vernazza è un borgo piccolo e spettacolare, un insieme di vicoli, stradine e case colorate e l’unico porto naturale della zona.

Alla piazzetta del centro, che dà sul porticciolo ed è sorvegliata dalla chiesa parrocchiale di santa Margherita di Antiochia, è necessario arrivarci a piedi – l’auto va lasciata nel parcheggio che è distante -, ma camminare lungo la strada permette di scorgere angoli bellissimi e spicchi luminosi di mare tra le abitazioni. Lungo i vicoli e le stradine si susseguono botteghe e negozietti che vendono ottimi prodotti enogastronomici e di artigianato locale. A otto chilometri da Vernazza si raggiunge il santuario romanico di Nostra Signora di Reggio.

L’itinerario prosegue per Corniglia, il più piccolo borgo delle Cinque Terre, che si distingue dagli altri perché è arroccato su un promontorio a 193 metri sul livello del mare. Chi viaggia in treno, infatti, deve prendere una navetta che porta in cima, fino alla piazza del centro. Le case si sviluppano lungo la via principale che attraversa il borgo, che da un lato si affacciano sulla strada e dall’altro guardano il mare. Da qui il paesaggio del litorale è davvero suggestivo anche se per raggiungere le spiaggette e farsi un bagno il percorso è piuttosto scomodo.

Da Corniglia, tuttavia, si può scendere a piedi fino a Manarola in un’ora circa di tragitto: si supera la stazione, si percorre un tratto di strada pianeggiante e si risale a mezza montagna fino al borgo, che appare all’improvviso. Anche Manarola è arroccato su un promontorio di roccia scura ed è quindi caratterizzato da piccoli vicoli e stradine che si arrampicano fino in cima. Qui, tra le case, si scorge una piramide dipinta di bianco che pare sia stato un punto cospicuo per i naviganti.

Manarola è famosa anche come punto di partenza della via dell’Amore, una strada scavata a mezza costa nella scogliera, a picco sul mare e immersa tra i profumi della macchia mediterranea, conosciuta già all’epoca della Repubblica di Genova, che in poco più di 20 minuti porta a Vernazza e, più in là, a Riomaggiore, tappa conclusiva del trekking delle cinque Terre. Prima di lasciare Manarola, però, merita una visita il villaggio di Volastra, da cui si gode un panorama mozzafiato sull’intero tratto di costa. Da qui si prosegue fino alla tappa conclusiva, Riomaggiore, sede del parco nazionale delle Cinque Terre con una splendida marina, circondata da alte torri, un tempo inespugnabili per i pirati che cercavano di raggiungerla dal mare. Bello da vedere è anche il castello da cui si gode un panorama mozzafiato.

L’intero itinerario di trekking delle Cinque Terre via mare (esistono anche dei sentieri in montagna) richiede cinque ore e non presenta particolari difficoltà. Il tratto più spettacolare è quello che collega in due ore e mezzo Monterosso a Vernazza perché attraversa uno dei tratti più ripidi e selvaggi della costa e permette di scoprire la straordinaria capacità dei contadini di costruire i vigneti su esigue terrazze rette da muri a secco. Va ricordato, infine, che si può fare lo stesso percorso in automobile, ma d’estate si fanno spesso code interminabili, o in treno con convogli della linea Genova-Roma che viaggiano con un alta frequenza. Infine c’è anche la possibilità di visitare le Cinque Terre via mare con servizi di battello tra un borgo e l’altro e con imbarcazioni che arrivano da La Spezia e da Genova (www.navigazionegolfodeipoeti.it).

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fonte: ansa viaggi

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