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Tremiti, le isolette tra mito e leggenda

lunedì 6 giugno 2011

San Nicola, con la sua abbazia fortificata un tempo abitata da monaci guerrieri. O San Domino, con la Spiaggia dei Pagliai e la Grotta delle Viole. Piccoli gioielli da scoprire, di fronte alla costa garagnica.
Cinque scogli in mezzo al mare, per gli antichi romani il tramite (Trametius) fra le coste italiane e quelle illiriche. Le origini delle isole Tremiti si perdono nel tempo, fra mito e leggenda. E trovano posto fra le storie raccontate da Omero nell'Iliade, che vede fra i suoi protagonisti l'eroe acheo Diomede, re di Argo. La leggenda racconta che fu lui a portare da Troia tre grossi massi che, gettati in mare, diedero origine alle isole Tremiti, o meglio alle Diomedee come lui stesso le battezzò. Ancora oggi, si visita quella che viene considerata la tomba di Diomede: un sepolcro di epoca ellenica appartenuto a un eroe, seppellito con il suo bastone di comando.

Neanche 500 abitanti, le isole Tremiti nei mesi estivi si animano di centinaia di turisti. La più grande è l'isola di San Domino, dove sbarcano gli aliscafi e le motonavi provenienti dalle coste del Gargano e del Molise. È anche l'isola che ospita la maggior parte delle attività ricettive delle Tremiti, dagli hotel ai ristoranti in un'atmosfera ben lontana dal caos delle città moderne. Qui le automobili non sono ammesse, le uniche che possono circolare sono quelle dei pochi residenti.

E se Capraia, Cretaccio e Pianosa sono poco più che scogli in mezzo al mare, l'isola di San Nicola è al centro di un'altra leggenda che sconfina nella storia. Nel IV secolo d.C., un eremita ebbe una visione della Madonna che gli indicò il punto in cui scavare per trovare il tesoro di Diomede, che sarebbe servito per la costruzione di un santuario. Diffusasi la voce di questa apparizione, l'isola divenne meta di pellegrinaggio e in poco tempo nacque il monastero che ancora oggi si può visitare. Benedettini, cistercensi e lateranensi si alternarono, abitando e difendendo questa abbazia fortificata. Erano i monaci guerrieri, talmente affidabili che i nobili longobardi si rivolgevano a loro per custodire i tesori. Oggi il vero tesoro è l'isola, ancora abitata dai tremitesi. La roccia si confonde con la pietra chiara con cui è costruita l'abbazia ed è soprattutto dal mare che si può apprezzare il colpo d'occhio di questo spettacolare unicum.

La prima cosa da fare, appena si arriva alle Tremiti, è infatti procurarsi un'imbarcazione. Un gommone da affittare o, per chi non lo sa guidare, un tour via mare con una guida locale per andare alla scoperta di grotte e scogli, mare e colori di questo gioiello naturale. Nella visita si susseguono la grotta del "bue marino", quella "delle viole" e quella "delle rondinelle" (a San Domino) nonché le particolari conformazioni di roccia create da millenni di lavorio di vento e di mare: lo Scoglio dell'elefante, la Ripa dei Falconi, la Punta del Diavolo. Ed è solo via mare che si raggiungono le calette più belle, come la meravigliosa Spiaggia dei Pagliai a San Domino.

È per gli appassionati di immersioni che le Tremiti sono un vero e proprio paradiso. In questa Riserva marina si possono avvistare decine di specie ittiche. I fondali sono ricchi di relitti, tesori nascosti di una certa rilevanza storica, datati fino al I secolo a.C. Più recente è l'enorme statua di Padre Pio, collocata nei pressi dell'isola di Capraia nel 1998, che rappresenta la più grande statua sottomarina del mondo. 

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fonte: sole24ore viaggi 

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